Venerdì 17 febbraio il Consiglio Comunale di Lecce ha approvato la mozione presentata dal M5S contro le nuove trivellazioni, con l’astensione del centrodestra.

I coordinatori provinciali di Azione ed Italia Viva Ada Fiore, Paolo Greco e Massimo Toma sottolineano come, ancora una volta, si manifestino comportamenti ideologici che, nei fatti, come avvenuto per TAP,  finiscono solo per danneggiare l’interesse di un territorio.

Non si può, infatti, impostare la transizione ecologica e la lotta al cambiamento climatico immaginando il proprio territorio scollegato dal contesto generale.

Nel mare Adriatico ci sono giacimenti di gas, il cui sfruttamento può essere appannaggio non solo dell’Italia. Per decidere di rifiutare qualsiasi possibilità di sfruttare i giacimenti di gas, occorre avere la garanzia che questo non venga fatto da un Paese frontaliero.

Senza svolgere una stringente azione di persuasione nell’area adriatica del Mediterraneo, i giacimenti sono così estesi che il gas lo prenderebbero i Paesi frontalieri, estraendo dalla loro parte di competenza territoriale, perché la natura non conosce i confini amministrativi.

Purtroppo mentre noi assistiamo nuovamente al puro e semplice perpetuarsi di un ecologismo dottrinario, con posizioni al di fuori della realtà, già accade che a poche centinaia di metri lo stesso giacimento venga sfruttato da altri Paesi.

La ragionevolezza indurrebbe a concepire che le richieste dovrebbero vertere anzitutto su misure di compensazione economiche, da utilizzarsi da subito per ridurre il costo delle bollette.

Una politica che la Puglia avrebbe dovuto tenere sin dalla vicenda TAP, senza farsi vincere dalle prediche demagogiche.