“Non si può più aspettare. O riforma o sfacelo. Dobbiamo istituire subito l’Azienda sanitaria unica regionale per la gestione del personale e degli acquisti, com’era tra le idee del governo Emiliano qualche anno fa. E tutto ciò per garantire la turnazione e la reperibilità su base regionale del personale medico, per utilizzare al meglio tutto il personale senza rigide distinzioni tra ospedale-territorio, per monitorare con attenzione le plurime esenzioni da reperibilità, turni e per evitare gli sprechi. Per questo abbiamo presentato una proposta di legge.”

Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i Consiglieri regionali Sergio Clemente, Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale sanità Alessandro Nestola.

“È certamente vera la carenza del personale, ma nell’attesa di vedere risolto questo problema non possiamo starcene con le mani conserte, senza ricorrere ad alcun rimedio.
La distribuzione di reparti e servizi è organizzata su base regionale e su base regionale dovrebbe essere garantito il loro funzionamento. Se non funziona uno qualsiasi dei reparti pugliesi è un problema di tutte le Asl e non solo della Asl direttamente interessata.
Nella realtà, invece, all’organizzazione regionale della sanità corrisponde una gestione del personale a livello delle singole aziende, per cui non si riesce mai a garantire un funzionamento ottimale di tutti i reparti e si assiste a “furto” di personale tra Asl e Asl, attraverso concorsi aziendali usati al posto della mobilità, oppure alla inamovibilità di personale da Asl a Asl e addirittura dalla dimensione ospedaliera a quella territoriale o il contrario.
Si può continuare così? Chi paga per tutto questo?
E altrettanti problemi, questa volta però legati agli sprechi, sono determinati dalla mancata organizzazione regionale centralizzata degli acquisiti di beni e servizi.
Qualche anno fa la Giunta Emiliano aveva avuto una buona idea, l’Azienda zero, inspiegabilmente messa in soffitta.
È l’ora di tornare con vigore a quella idea.
Per questo abbiamo presentato una proposta di legge sulla scia della vecchia idea Azienda zero, perché di questo passo rischiamo di essere sommersi da una quantità di problemi superiori a quanto si potrebbe immaginare, a discapito del più rilevante dei diritti, la salute.”