Donazione di sangue cordonale, la Puglia tra le regioni più generose. Nel 2023, infatti, sempre più neo genitori scelgono di donare il sangue cordonale, quello che rimane nel cordone ombelicale e nella placenta dopo la recisione del cordone ombelicale alla nascita. Questo sangue normalmente viene scartato ma, assieme al midollo osseo e al sangue periferico, è una fonte alternativa di cellule staminali emopoietiche, fondamentali per la produzione dei cosiddetti elementi cellulari del sangue.
In Italia, lo scorso anno, grazie alla rete nazionale delle banche per la conservazione del sangue da cordone ombelicale (composta da 18 Banche del sangue ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane) sono state 6.936 le unità raccolte, dato in crescita del 6,3% rispetto a quello dell’anno precedente. Anche in termini percentuali si registra un progresso. Le donazioni hanno interessato il 2,8% dei parti avvenuti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta; nel 2021 la percentuale si era fermata al 2,5. È confermata la crescita tendenziale rispetto al 2020, anno in cui, a causa della prima ondata della pandemia di Covid, si era registrato un record negativo.
In Puglia quest’anno, nel primo semestre, sono state raccolte già 330 unità, più di quelle messe insieme in tutto il 2022 (320) e nel 2021 (329). Certo, dal confronto con il 2009 (quando furono 2.451 le unità raccolte), si evince una drastica riduzione ma per quest’anno si punta a realizzare il record di donazioni.
La Banca regionale del cordone ombelicale di riferimento per la Regione Puglia ha sede presso il Servizio di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. A dirigerla è il dott. Michele Santodirocco che coordina uno sparuto gruppo di collaboratori abilitati a raccogliere, analizzare e bancare tutte le unità di sangue provenienti dai 14 ospedali pugliesi abilitati. «Il sangue cordonale ricorda Michele Santodirocco, – direttore medico della Banca cordonale pugliese – è una risorsa preziosa che con il progredire delle ricerche sta trovando un numero sempre maggiore di applicazioni cliniche. Eppure sono ancora troppo poche le giovani coppie che decidono di compiere questo gesto di grande valore solidaristico».
<<L’importanza della donazione del sangue cordonale – aggiunge – consiste nella cura di gravissime malattie, attraverso il sangue cordonale con alto criterio di qualità (cellularità superiore a un miliardo e 200mila cellule) e nelle destinazioni alternative del cordone con bassa cellularità, ossia ulcere e in particolare quelle del piede diabetico, ulcere corneali, deiscenze sternali ed emazie cordonali. Dal 2008 al 2021, la Banca cordonale ha ceduto 23 unità di sangue cordonale e per 10 pazienti si è registrata la remissione completa». In nove anni di attività sono già una quindicina le unità di sangue cordonale cedute dalla Puglia agli ospedali di tutto il mondo. Ad oggi, dal 2008, sono circa 19mila le unità raccolte. È importante, dunque, intensificare la donazione e la raccolta di sangue cordonale: non a caso proprio in Puglia è stato approvato un emendamento proposto dai consiglieri regionali di «Azione», Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Sergio Clemente in base al quale tutti i ginecologici delle strutture pubbliche devono proporre alle donne partorienti la donazione del sangue cordonale. «Nelle nostre Banche di cordone conclude Michele Santodirocco tutte le unità che non risultano idonee per un trapianto vengono comunque indirizzate ad usi diversi. Possono essere impiegate per la produzione di gel piastrinico da cordone ombelicale, che trova indicazione nel trattamento delle ferite, come per esempio dell’ulcera del piede diabetico, ma anche per la produzione di collirio per la cura di alcune patologie oculari. Di fatto una banca del cordone difficilmente elimina unità dall’uso clinico».
Per informazioni sulla donazione è possibile consultare anche il sito di «Adisco».