Abbiamo atteso, invano, qualche giorno per ascoltare comunicazioni dell’Amministrazione Comunale della Città di Lecce a difesa dell’Università del Salento, primo volano economico e culturale di un territorio da tempo depauperato.
Lecce e la sua Università, affermano i coordinamenti provinciali di Azione ed Italia Viva, costituiscono un inscindibile binomio che va rafforzato ed accresciuto.
La proposta di unificazione delle Università di Puglia, come illustrato e ben argomentato dal Magnifico Rettore di UniSalento Prof. Fabio Pollice che si è espresso per una assoluta inaccoglibilità della proposta, rappresenta il rischio di una ulteriore perdita di dinamismo e vitalità in un territorio che da anni si polverizza demograficamente prima ancora che socialmente.
In questo scenario, la centralità dell’UniSalento in un percorso di rilancio della crescita e dello sviluppo non può essere messa in discussione.
Basti pensare all’importanza dell’azione di UniSalento in termini di pianificazione territoriale condivisa sulle province di Lecce, Brindisi e Taranto, visto il ruolo determinante che essa svolge nella costruzione del MasterPlan della “Terra d’Otranto” in grado di integrare i sistemi produttivi, gli investimenti pubblici e privati, creare sinergie territoriali capaci di incidere positivamente sulla competitività delle imprese, sull’attrattività territoriale e sul benessere attuale e prospettico delle comunità locali, il tutto all’interno di un quadro di sviluppo ispirato ai principi della sostenibilità.
Siamo strenui sostenitori dell’internazionalizzazione delle Università, aperti alla cooperazione con i paesi del Mediterraneo, per cui la nostra preoccupazione su questa proposta non è certamente ispirata da campanilismo, bensì convinti che la costituzione di un unico ateneo pugliese ridurrebbe le potenzialità di ottenere una maggiore quantità di fondi e renderebbe periferica la sede di Lecce, che invece oggi ricopre un ruolo di grande centralità per i territori delle tre province in cui insiste.